Nel corso dell'intervista al Presidente del Consiglio dei Ministri, in diretta televisiva, si è parlato più in generale di economia e politica del paese, con un particolare riferimento al Jobs Act, ormai diventato legge, alla legge di Stabilità. Non è mancato un interessamento quindi alle recenti novità che riguardano lo stabilimento siderurgico di Taranto.
«Per me è una delle partite più incredibili in Italia, l'Ilva è un'azienda straordinaria, una delle migliori acciaierie del mondo e forse la più efficiente in Europa». Questo l'intervento del Premier Renzi. «Oggi la gestione dello stabilimento è nelle mani di un commissario che deve decidere come agire. Ci sono due alternative: la prima è aprire una procedura di gara, scegliere un privato che può avviare una partnership anche con aziende italiane, e presentare un piano aziendale rispettando le richieste ambientali che sono doverose nell'interesse della città di Taranto. La seconda ipotesi – spiega Renzi- è quella di fare per un certo periodo di tempo un intervento pubblico, con denari, in parte dello Stato, in parte provenienti dal sequestro dell'azienda, per risanare la fabbrica, e poi vendere quando l'azienda vale di più». Questo è lo scenario descritto dal presidente del Consiglio. «I soldi bloccati dalla magistratura di Milano (1 miliardo e 200 milioni di euro)è giusto che vadano a sostegno dei cittadini. -ha poi aggiunto- Io non sono ideologico, io voglio far ripartire le aziende e credo si debba smettere di insultare imprenditori e lavoratori. Se c'è da fare un intervento pubblico, allora va fatto».
A detta del Premier, «è un rischio pazzesco, io sono pronto a tutte e due le soluzioni. - poi prosegue- Voglio che la struttura di Taranto abbia un futuro. Taranto ha un sito produttivo formidabile e un importante porto,collegato anche all'investimento "Tempa Rossa" che sarebbe necessario portare avanti. Ci sono 20mila persone che rischiano di restare a casa. Su Taranto non mollo».
Poi ragiona sul Jobs Act. Il provvedimento, già approvato alla Camera, ha ottenuto la fiducia anche al Senato con 166 “sì”, 112 “no” ed un solo astenuto. «Oggi è un giorno storico per il paese -ha dichiarato Renzi- L'approvazione della riforma del mercato del lavoro segnerà la storia dei prossimi anni».
Poi aggiunge che l'aver tolto l'articolo 18 «non è una conquista, ma è un segnale del fatto che i tempi sono cambiati e le regole del gioco in Italia non erano più sufficienti».
Nel Jobs Act dunque «si superano i co.co.co. e i co.co.pro., si introducono nuovi strumenti per gli ammortizzatori sociali, diventa “vera” la formazione professionale e si semplificano i controlli sulle aziende. Le regole del gioco del diritto del lavoro diventano ora più serie».