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Diodato: “Se fossi il sindaco proverei a chiudere l’Ilva”. Urso: “Lunedì presentiamo il piano industriale

“Se tu domani ti svegli e sei il sindaco di Taranto e non ti puoi dimettere, qual è la prima cosa che faresti?”. Neanche un secondo di pausa, il tempo di fissare negli occhi il suo intrerlocutore e poi giù, tutto d’un fiato.

“Semplice, non penso di avere il potere ma provo a chiudere l’Ilva, sicuro”. E via ad un applauso fragoroso. Antonio Diodato, fedele alla sua canzone vincitrice di un Festival di Sanremo va dritto per la sua strada e continua a... far rumore.
Questa volta la location è quella della trasmissione De Core Podcast, condotta da Alessandro Pieravanti e Danilo da Fiumicino, dove Diodato è stato ospite per circa due ore raccontandosi a tutto tondo. Chiudere l’Ilva, dunque. Del resto, ha subito aggiunto, non potrebbe essere altrimenti. Anzi, ha sottolineato ancora, “ovviamente qui tocchiamo un argomento particolare ma mi sembrerebbe stupido, dopo anni di lotta, non dire una cosa del genere. Ma tanto l’Ilva si sta chiudendo da sola. Purtroppo continua ad inquinare pesantemente. Ci sono – ha aggiunto Diodato – livelli di benzene assurdi, la produzione è quasi ferma. Sono stati presentati dei piani per una sorta di bonifica, di riconversione del territorio. In altri Stati queste sono cose già accadute e per farlo – ha poi concluso – sono stati impiegati gli stessi operai. Qunidi spingerei in questa direzione”.
Intanto, nel corso della conferenza programmatica di Fdi, il ministro Adolfo Urso ha annunciato, come riporta Adnkronos, che “lunedì nella riunione convocata a Palazzo Chigi sullo sviluppo del risanamento e rilancio degli stabilimenti dell’ex Ilva presenteremo il piano industriale e finanziario per il rilancio dello stabilimento”. Sull’ex Ilva, ha aggiunto il ministro alle Imprese e al Made in Italy, ”stiamo recuperando quello che sembra del tutto compromesso cioè lo stabilimento siderurgico più importante d’Europa. Io sono convinto che noi saremo in condizioni già quest’anno di delineare un piano di rilancio della siderurgia italiana che è a base dell’industria manifatturiera del nostro Paese, a base dell’industria automobilistica, dell’industria elettrodomestica, della cantieristica, della nautica”.
A Pescara, dove si è tenuta la conferenza programmatica di FdI c’era anche il commissario straordinario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, che nel suo intervento ha sottolineato che per il sistema Italia “l’acciaio è fondamentale”. Non solo, ma è necessario che se ne produca di più “da altoforno”. Ovvero, ha poi meglio spiegato il commissario Quaranta, in Italia si producono 21 milioni di tonnellate di acciaio all’anno “ma solo il 15% da altoforno e, secondo uno studio di Cdp, si importano circa 10 milioni di tonnellate ogni anno”. Tra i punti di forza dell'industria italiana dell'acciaio, Quaranta ha indicato il fatto che lo stabilimento di Taranto è l'unico a livello europeo “adeguato alle BAT Conclusion della Commissione Ue".

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